Cosa fare a Pantelleria
Quando c’è l’isola di Pantelleria in programma di viaggio, non aspettatevi distese di sabbia quanto, piuttosto, incantevoli cale scogliose bagnate dal mare incontaminato, terme naturali, paesaggi unici ed enogastronomia di un certo livello. Il territorio centrale è in gran parte una Riserva Naturale Orientata, nata per proteggere la ricchezza della biodiversità di flora e fauna della zona. Si può andare a cavallo, si possono fare escursioni e trekking, visitare i siti archeologici che testimoniano il passaggio di diversi popoli sull’isola, chiamata Figlia del vento, a partire dalle tribù preistoriche fino agli arabi e ai bizantini. Ancora oggi però il simbolo architettonico di Pantelleria restano i dammusi (e le altre costruzioni agricole create dagli abitanti del luogo, come gli adiacenti giardini e i muri a secco), edificati a partire dal X secolo d.C. e poi perfezionati nel tempo.
La pratica agricola della coltivazione della vite Zibibbo ad alberello, tipica di Pantelleria, è stata dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco. L’uva prodotta con questa coltivazione viene utilizzata per produrre il Passito di Pantelleria DOC, con un articolato processo che si conclude con il rituale della vendemmia di fine luglio. Ma, se non avete bisogno di sapere come raggiungere Pantelleria in nave o aliscafo, vediamo subito cosa fare assolutamente su quest’isola di origine vulcanica geograficamente più vicina alla Tunisia che all’Italia.
1) Andare in spiaggia al Lago di Venere
Il Lago di Venere, detto anche Specchio di Venere, si è formato all’interno di un cratere di un vulcano spento. La spiaggia che lo circonda è bagnata da calda acqua termale che in alcuni punti diventa bollente. Il fondale del lago, che può raggiungere i dodici metri di profondità, è costituito da fango termale. Nei pressi dello specchio acqueo non mancano piante e uccelli, e ci sono anche i resti di un tempio trasformato a più riprese nelle varie epoche storiche, dall’età del bronzo fino all’età romana imperiale.
2) Fare una sauna naturale nel “bagno asciutto”
Nella Grotta di Benikulà, detta bagno asciutto, fuoriesce vapore acqueo ad una temperatura di circa 40 gradi Celsius. La capienza massima è di tre o quattro persone, che possono entrare insieme per godere di una sauna naturale. In aggiunta, il paesaggio dell’itinerario che conduce alla grotta, da imboccare dopo aver percorso la strada principale che collega Sibà a Scauri, è molto panoramico.
3) Andare al mare
Partendo dal presupposto che a Pantelleria non esistono spiagge, uno dei luoghi più belli per fare il bagno è sicuramente Cala Levante, piccola baia scogliosa con spettacolari fondali da cui sono ben visibili sia il Grande Faraglione di Punta Tracino che, sulla destra, il celebre Arco dell’Elefante pantesco, formazione rocciosa con la proboscide che si immerge nelle acque cristalline. Di lato c’è Cala Tramontana, dove ci si può spostare se spira vento di Libeccio (da sud est).
4) Visitare il Giardino Pantesco di Donnafugata
Il giardino pantesco della contrada Khamma, tipico esempio in ottimo stato (recentemente restaurato) delle costruzioni risalenti al 3.000 a.C. che proteggono le piante dai forti venti e intercettano e depositano acqua piovana e dall’atmosfera grazie alla condensa, è stato donato al FAI (Fondo per l’Ambiente italiano) dall’azienda vinicola Donnafugata. Un secolare arancio della varietà Portogallo beneficia dell’antica architettura caratterizzata dal recinto di pietra lavica a secco. È in questa zona che viene prodotto il Ben Ryé, il Passito di Pantelleria Doc. Donnafugata coltiva infatti lo Zibibbo (Moscato d’Alessandria) ad alberello pantesco e viti centenarie prefillossera. Si può visitare gratuitamente il giardino tra i vigneti, oppure fare anche degustazioni di vino o enogastronomiche.
5) Pranzare – o soggiornare – in un dammuso
Solo a Khamma ci sono quasi 2.000 dammusi, le abitazioni costruite con pietre laviche tipiche di Pantelleria, attualmente in molti casi rimodernate. Sul mare, a Cala Gadir, dove due vasche scavate nella roccia contengono acqua termale a 55 gradi Celsius, ce n’è uno dei tanti appartenenti a persone famose: quello di Giorgio Armani. Un pò più giù, nel porticciolo della cala, c’è il dammuso dell’azienda vitivinicola della famiglia Murana, dove ci si può accomodare per un pranzo a base di piatti tipici innaffiati da vino e passito a km 0. Si può inoltre soggiornare e dormire in un dammuso: non mancano, infatti, quelli adibiti a strutture turistico-ricettive, quelli in affitto o anche in vendita.
6) Andare a vedere i vigneti ad alberello e i cappereti
La pratica agricola della vite ad alberello nel 2014 è diventata Patrimonio Immateriale dell’Umanità per la sua unicità. I vitigni caratterizzati dall’alberello pantesco vengono coltivati in piccole conche che proteggono le viti dal vento e garantiscono la raccolta dell’acqua piovana. Questa antica tecnica fenicia genera l’uva Zibibbo, dalla quale nasce il famoso Passito di Pantelleria. I vigneti più estesi si trovano a Bukkurám, Piana di Ghirlanda, Piana di Monastero. A Tracino, da dove l’Arco dell’Elefante è a un tiro di schioppo, la campagna è coltivata sia con viti che con capperi.
I cappereti più interessanti sono quelli del Monte Gibéle, in una zona terrazzata con muretti a secco inserita sia nel Registro Nazionale dei Paesaggi rurali storici come “Paesaggio della pietra a secco di Pantelleria”, che nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.
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7) Fare il giro dell’isola in barca
L’esperienza di fare il giro dell’isola di Pantelleria in barca è di quelle da non perdere. Si riescono a scoprire e vivere luoghi – baie, spiagge, cale e particolari scogli e tratti di costa – raggiungibili solo via mare. Vengono organizzati tour su imbarcazioni di diverse dimensioni, con possibilità di sostare e fare il bagno, pranzare a bordo, condividere l’esperienza esclusivamente con il proprio piccolo gruppo o con altri. Tutte da vivere sono Cala dei Cinque Denti, l’insenatura Scarpetta di Cenerentola, la Spiaggia degli innamorati, le grotte di Dietro Isola, i Faraglioni del Formaggio e tante altre meraviglie pantesche.
8) Visitare il Parco archeologico dei Sesi
Nell’area nord-occidentale dell’isola, nelle contrade Cimillia e Mursia, troviamo un parco archeologico con le costruzioni megalitiche di circa 5.000 anni fa chiamate Sesi. Si tratta di tumuli funerari a tronco di cono, di pianta circolare o ellittica. Uno in particolare è pervenuto integro fino ai giorni nostri: il Sese Grande o Sese del Re, alto più di cinque metri. Gli altri si dividono in Sesi Maggiori e Sesi Minori, di dimensioni decrescenti. Queste tombe del secondo millennio a.C. in pietra lavica furono edificate dalle popolazioni del Neolitico che abitavano questa zona dell’isola. All’interno gli antichi monumenti sono suddivisi in varie piccole camere collegate tramite cunicoli.
9) Gustare l’enogastronomia locale
L’enogastronomia pantesca è caratterizzata maggiormente dai prodotti della terra che da quelli del mare, nonostante non manchino pesci, molluschi e crostacei, attualmente riproposti a livello gastronomico per la forte richiesta turistica. Il pescato tradizionale è quello costituito dai polpi, dai totani, dalle murene, dai frutti di mare e dai pesci di scogliera. Come carni si segnalano le purpittéddre, polpette di manzo), il coniglio selvatico, le briçióle, una specie di polpettone, e il çavaréddru (capretto) al forno con patate. I cosiddetti ravioli amari sono ripieni di ricotta locale, la túmma, e menta. Il koús koús locale è a base di pesce e verdure fritte, mentre nella tipica insalata pantesca troviamo patate lesse, capperi, cipolla, pomodori e pesce secco, e l’ammógghiu è la salsa di pomodoro e aglio. I famosi capperi di Pantelleria hanno il marchio di indicazione geografica protetta (IGP); conservati al sale marino, vengono utilizzati per fare pesti, salse per pesce, paté, antipasti e altro. Il re dell’enologia è il Moscato di Pantelleria, realizzato con uve Zibibbo (Moscato di Alessandria). Sebbene ci siano anche le versioni Dorato, Spumante e Liquoroso, è quella Passito a essere celebre. Gran finale dolce è senz’altro il bacio pantesco, con la ricotta di pecora avvolta da una frittella a forma di fiore.
10) Entrare nel Castello di Pantelleria
Il Castello di Pantelleria, detto anche Castello Barbacane, si trova nei pressi del porto vecchio ed è anche sede del Museo Archeologico, dove sono custodite le Teste di Pantelleria, effigi in marmo di epoca augustea che ritraggono Giulio Cesare, Tito e Agrippina, rinvenute nell’acropoli sulla collina di San Marco. L’antica costruzione, di origine almeno medioevale, di quattro piani, è costituita da un nucleo centrale, due bastioni, un cortile e una torre. I giorni di apertura sono soggetti a cambiamenti ed è quindi opportuno chiedere informazioni presso gli uffici turistici del comune.