Cosa fare a Levanzo e Marettimo
Per quanto riguarda le cose da fare e vedere alle Egadi, oltre che a Favignana, anche a Levanzo e a Marettimo non mancano le attività piacevoli da svolgere e i luoghi di interesse da visitare. Non è difficile raggiungere l’arcipelago del libero consorzio comunale di Trapani dall’isola di Sicilia, ed inoltre ci sono anche tratte che collegano le tre isole tra loro (anche i dettagli sulla navigazione interna sono rinvenibili al precedente link). Vediamo cosa poter fare sulle due minori (escludendo isolotti e scogli) dell’arcipelago. Grazie ai collegamenti marittimi operati da aliscafi e traghetti per le Egadi si può scegliere, a seconda dei gusti, una qualsiasi delle tre isole come base di soggiorno.
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5 cose da fare a Levanzo
1) Andare in spiaggia
Alcune spiagge di Levanzo sono raggiungibili davvero facilmente a piedi, come quella di ghiaia di Cala Dogana, ubicata nelle adiacenze del porto e del paese. A dieci minuti a piedi c’è Cala Fredda, di sabbia e ghiaia. Anche la ciottolosa Cala Faraglione si raggiunge tranquillamente, passeggiando sul lungomare. Per Cala Tramontana (di ghiaia e scogli ma interamente circondata dalla natura), invece, è preferibile utilizzare i taxi-boat, servizio che è disponibile per tutte le spiagge e le insenature scogliose, come anche per Cala Minnola, caratterizzata da una scogliera piana abbracciata da una pineta, e Cala Calcara, piccola baia scogliosa incorniciata dalla flora.
2) Entrare nella Grotta del Genovese
La Grotta del Genovese rappresenta uno dei più importanti siti archeologici siciliani, con iscrizioni del Neolitico e pitture del Paleolitico raffiguranti grossi animali e persone. Queste incisioni rupestri si trovano nella cosiddetta retrogrotta, alla quale si accede tramite un cunicolo dalla camera d’ingresso, ed erano rimaste nascoste fino al 1949. Le visite vanno prenotate, e quelle guidate includono il trasporto in barca o in jeep a seconda delle condizioni meteomarine, l’ingresso e la guida turistica. Sia che si arrivi in zona via mare che via terra, sarà necessario percorrere un sentiero e vengono consigliate scarpe comode.
3) Fare immersioni subacquee, seawatching o snorkeling
I fondali a Levanzo, oltre a essere stupefacenti dal punto di vista naturalistico (anche grazie alla protezione che viene garantita dall’area marina protetta), racchiudono tesori archeologici di inestimabile valore. Di fronte a Cala Minnola si trova il relitto di una nave romana carica di anfore vinarie a circa 25 metri di profondità. Sui fondali di Capo Grosso, inoltre giacciono ancore, rostri, elmi e altri reperti romani risalenti alla battaglia navale del 241 a.C. con i Cartaginesi. Il diving locale organizza, oltre che tour guidati per immersioni naturalistiche ed archeologiche, escursioni di snorkeling e seawatching dove i pesci si avvicinano alla costa e si può apprezzare la ricchezza della biodiversità marina anche senza essere subacquei brevettati.
4) Circumnavigare l’isola
Il giro dell’isola di Levanzo in barca è un’altra di quelle attività che non potete assolutamente farvi sfuggire. Può essere fatto sia grazie a tour organizzati con conducente, che autonomamente noleggiando una barca o un gommone. Il giro parte dal porticciolo di Cala Dogana ed ha una durata di un paio d’ore. Dopo il Faraglione si arriverà alla Grotta marina del Buco, dove si potrà fare una nuotata, per proseguire quindi verso Punta Chiappara, Punta Sorci e Capo Grosso. Si scorgeranno poi le solinghe Cala Nucidda e Cala Fredda.
5) Assaporare la gastronomia locale
La gastronomia del posto è basata sul pescato, categoricamente fresco e a chilometro zero. Sono pietanze tipiche la frascatula (cous cous in zuppa di pesce) e il cabbucio alla levanzara, un panino di pasta di pizza con affettati o pesce. Piatti di punta anche gli spaghetti ai ricci di mare, la pasta con le patelle e quelli preparati con la bottarga e il lattume di tonno.
5 cose da fare a Marettimo
1) Andare al mare
Sull’isola non ci sono molte spiagge ma si trovano in contesti naturali che non lasciano indifferenti, come al Cretazzo, spiaggia di ghiaia e ciottoli che si raggiunge percorrendo un sentiero non semplice da attraversare. La spiaggia del Rotolo, di ghiaia e ciottoli, è invece vicina al centro. Le spiagge dello Scalo Vecchio e dello Scalo Nuovo, nei pressi del centro, sono ciottolose. La Praia dei Nacchi è di ghiaia e sabbia, e si raggiunge camminando per circa venti minuti. Per andare a fare il bagno nelle cale di scogli Manione e Scalo Maestro è preferibile prendere un taxi-boat, mentre la scogliera di Zotta Muletti è raggiungibile anche a piedi attraverso un sentiero di media difficoltà.
2) Fare il giro dell’isola in barca
Il giro dell’isola via mare è d’obbligo. Sono davvero tante le grotte emerse o semisommerse lungo la costa, tutte di un certo fascino: Grotta del Cammello, Grotta del Tuono, quella della Pipa, Grotta Bombarda, Grotta Perciata, quella del Presepe e quella degli Innamorati meritano una visita e, perché no, un tuffo. Sono diversi i barcaioli che organizzano l’escursione, che prevedono bagni anche nelle cale, partendo dai porticcioli dello Scalo Vecchio o Nuovo. Dopo Punta Mugnone, sulla costa occidentale, si entra nella zona A (riserva integrale) dell’area marina protetta delle isole Egadi, e si scoprono paesaggi ancora più sorprendenti.
3) Visitare il Castello di Punta Troia
Dove attualmente c’è il Castello di Punta Troia, sull’omonimo promontorio, era stata costruita dai saraceni, nel IX secolo, una torre difensiva, poi ristrutturata dal re normanno Ruggero II di Sicilia. Ma fu Francesco Ferdinando d’Avalos, viceré spagnolo, che ha dato nel XVI secolo l’attuale conformazione alla fortificazione, ampliandola inoltre con una cisterna e una piccola chiesa. La cisterna venne in seguito utilizzata come prigione. Dal 2011 il castello situato a 116 metri sul livello del mare, raggiungibile tramite un ripido sentiero o in barca (risparmiandosi un tratto di cammino), è aperto gratuitamente alle visite. È presente un Museo delle Carceri e l’Osservatorio “Foca Monaca”, dedicato al monitoraggio della Riserva naturale marina che circonda le Egadi.
4) Raggiungere l’area archeologica delle Case Romane
Nel bel mezzo dell’isola, in una posizione strategica a mezz’ora a piedi dal centro abitato (a circa 250 metri di altezza), sono visitabili le rovine di case romane, strutture costruite nel IV secolo in opus quasi reticulatum, e di una chiesetta bizantina (XI secolo) edificata dai monaci Basiliani, tra le quali sono presenti grossi massi allineati che fanno ipotizzare insediamenti preistorici. Da qui si può godere inoltre di uno strabiliante panorama.
5) Gustare la gastronomia marettimara
I piatti tipici di Marettimo sono ovviamente a base di pesce. Come antipasto primeggia il pesce salato (sarde, sgombri, angiove) o essiccato (zerri, menole, cicerelli), mentre il pesce fresco, che qui abbonda, viene preparato in modo semplice, arrostito e accompagnato con l’ammogghio, salsa fredda a base di pomodori, aglio e olio, o condito con il salmoriglio (olio, aceto, aglio, limone, origano, sale, peperoncino e prezzemolo). Ma anche soffritto a ghiotta con cipolla, sedano, pomodoro, capperi e olive. O ancora a matalotta, in un tegame con pomodoro, olive, capperi, aglio e prezzemolo. Il piatto principale è la pasta con l’aragosta in brodo. I pisci r’ova sono frittelle di uova e mollica di pane con salsa di pomodoro, zucchero e cannella. Il 19 marzo, quando si festeggia il santo patrono dell’isola, viene preparato il tradizionale dolce di San Giuseppe: il pignolo, composto da pezzetti di impasto (farina, uova, strutto, zucchero, cannella, vanillina e vino bianco) fritti, addolciti generosamente con miele e aromatizzati con buccia d’arancia.