Una vacanza invernale a Ibiza
Ibiza è lì anche in inverno, ed è bella, nonostante sia molto diversa da come si offre in alta stagione. Fare una vacanza invernale, alle isole Baleari, sulla maggiore delle cosiddette Pitiuse, magari facendo anche un salto a Formentera, è consigliabile soprattutto se non si è alla ricerca della movida ma si vuole apprezzare la tranquillità di un paesaggio di mare in inverno, la bontà dell’enogastronomia del luogo, la bellezza delle tradizioni locali, la piacevolezza delle passeggiate e delle esperienze culturali lontani dal caos e, perché no, anche fare quattro salti nei locali notturni aperti. Subito dopo aver visto come raggiungere l’isola che nel 1999 è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità Unesco grazie alla storia e alla biodiversità del territorio, scopriamo cosa fare a Eivissa d’inverno.
Come arrivare a Ibiza dall’Italia e dalla Spagna
In bassa stagione non ci sono voli diretti per l’isola dagli aeroporti italiani, per cui il consiglio di arrivare a Ibiza in traghetto dall’Italia è ancora più calzante.
Oltre che da Barcellona, dove si può fare scalo via mare, ci sono navi in partenza anche da altri porti della Spagna. Sono numerosi i collegamenti marittimi tra la penisola iberica e Ibiza. Il porto dell’isola si trova a un chilometro e mezzo di distanza dal centro della città di Ibiza.
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Passeggiare per Dalt Vila
La Città Alta fortificata (Dalt Vila) è la parte alta del centro storico del comune capoluogo (in catalano Vila d’Eivissa) che in spagnolo ha lo stesso nome dell’isola. Si tratta di un’acropoli le cui mura sono un eccezionale esempio di architettura militare rinascimentale italo-spagnola che ebbe una profonda influenza sullo sviluppo delle fortificazioni negli insediamenti spagnoli del Nuovo Mondo. L’antica città è di origine fenicia; le attuali mura e i bastioni difensivi presero forma fin dall’epoca medievale e rinascimentale. La porta principale, situata nel Mercato Vecchio, è Portal de ses Taules. È fiancheggiata da due statue romane e protetta da un ponte levatoio. Le altre porte sono Portal Nou, la Portella de Sella e il passaggio des Soto. Il bastione di Santa Tecla è il punto più alto della città. L’archivio storico si trova nell’edificio Can Botino, sede del comune. Ogni sabato, tutto l’anno, vengono organizzate visite teatralizzate: guide e rappresentazioni teatrali fanno vivere un’esperienza immersiva per conoscere la vita dell’epoca rinascimentale nella città fortificata.
Vedere Puig des Molins
La necropoli di Puig des Molins è un sito archeologico che testimonia l’importante ruolo svolto dall’isola di Ibiza nell’economia mediterranea nella protostoria, in particolare durante il periodo fenicio-cartaginese. Il sepolcreto iniziale, fondato alla fine del VII secolo a.C. dai Fenici, occupò un’area specifica nella parte bassa della collina e conobbe un enorme sviluppo in epoca punica e romana. Attualmente la collina fa parte del Museo Archeologico di Ibiza e Formentera. Solo di tombe di epoca punica, gli ipogei, se ne contano circa 3.000. Dell’intero labirinto di tombe, 340 sono visibili dall’esterno. Dal 1903 sono stati eseguiti diversi lavori archeologici, che hanno fornito un’enorme quantità di materiali fenici, punici e romani. Il museo monografico è di livello mondiale, soprattutto per la collezione archeologica fenicio-punica.
Andare a Santa Eulalia del Rio
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Santa Eulalia del Rio (in catalano Santa Eulària des Riu) è il secondo comune dell’isola per numero di abitanti ed è affacciato sull’unico fiume dell’arcipelago delle Baleari, lungo il corso del quale, sebbene sia quasi totalmente secco, abitano diverse specie di uccelli marini, come il martin pescatore, l’airone o le gallinelle d’acqua. Sulla collina di Puig de Missa c’è la Chiesa di Santa Eularia, tutta bianca come la maggior parte degli edifici religiosi ibizenchi; da qui il panorama è fantastico, ma anche l’interno della chiesa è da vedere. Il mercato hippy di Las Dalias, vicino a Sant Carles, si svolge tutto l’anno ogni sabato. Si trova in un giardino dove si possono acquistare vestiti fatti a mano, gioielli, artigianato, strumenti musicali, decorazioni e accessori.
Godere del tramonto sul mare dalla spiaggia
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I tramonti più spettacolari sono naturalmente quelli apprezzabili dal versante occidentale dell’isola: qui troviamo le spiagge di Cala Salada, Cala Bassa, Cala Compte, Cala Vadella e Cala d’Hort con le sue sorprendenti vedute dell’isolotto disabitato di Es Vedrá, riserva naturale. Ma anche solo per passeggiare, non mancano di certo le spiagge lungo il perimetro insulare (tranne che a nord, dove la costa è rocciosa), che d’inverno diventano luoghi ideali per rilassarsi e respirare aria pura. A sud ci sono le spiagge di Playa d’en Bossa, Es Cavallet, Ses Salinas, ad est Cala Llonga, Niu Blau, S’Argamassa, Cala Nova e Cala LLenya.
Assaporare l’enogastronomia locale
Nella cucina di Ibiza riveste una certa importanza il pesce fresco (la cernia, il tonno, il pesce San Pietro e il pesce pettine sono tutte specie a chilometro zero), ma c’è anche l’agnello; la carne certificata dal Marchio di Garanzia Anyell d’e è quella degli allevamenti locali a pascolo libero e con alimentazione vegetale. Mel Certificada d’Eivissa, invece, è il Marchio di Garanzia che protegge i produttori di miele millefiori, di rosmarino e di brughiera. Oli d’e è il marchio creato dai produttori di olio extravergine: sull’isola ci sono due frantoi e tanti ulivi. Tra i piatti tipici troviamo il sofrit pages, stufato di carne di agnello, pollo e maiale, l’arroz de matanzas, riso con carne di maiale, il guisat de peix, stufato di pesce, la torta greixonera e il flaò, dolce a base di formaggio fresco e menta. L’enologia locale è caratterizzata dalle varietà di vino rosso Monastrel e Garnacha e dal bianco Malvasia. Hierbas Ibicencas è un liquore tradizionale realizzato con erbe autoctone.
Fare compere al Mercatino dell’Artigianato
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Oltre che al mercato hippy di Las Dalias, precedentemente citato, si può andare a fare shopping alternativo al Mercatino dell’artigianato di Sant Joan dove è possibile trovare sia prodotti di produzione locale sia di importazione. San Juan Bautista (in catalano Sant Joan de Labritja) è un altro dei cinque comuni dell’isola di Ibiza e ospita durante tutto l’anno, ogni domenica, questo mercato dove ci sono bancarelle di gioielleria, bigiotteria, articoli in cuoio, statue di legno, e anche frutta, verdura, miele. Per quanto riguarda gli articoli di seconda mano, il mercatino più interessante è quello del sabato, nell’ippodromo di Sant Jordi nel comune di San José (in catalano Sant Josep de sa Talaia).
Visitare l’acquario di Cap Blanc
L’acquario di Cap Blanc, nel comune di San Antonio Abad (in catalano Sant Antoni de Portmany) è aperto anche d’inverno, di sabato, e si trova all’interno di una grotta naturale di circa 370 metri quadrati, dove sono ospitate le principali specie ittiche locali. Oltre che pesci vivi, si possono anche vedere le collezioni di esemplari di uova di squalo, di spugne marine, di gasteropodi, di bivalvi e di altri invertebrati marini. In passato la grotta era utilizzata per l’allevamento di aragoste che venivano esportate nei mercati di Barcellona e di altre città. Qui si conservavano anche le eccedenze che i pescatori non potevano vendere e recuperavano nelle giornate di maltempo in cui la pesca non era possibile.
Vivere la notte
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Per quanto riguarda la vita notturna, che poi qui in alta stagione è anche diurna, con dj set e bagordi 24 ore su 24, neanche d’inverno Ibiza diventa monotona, nonostante le discoteche più blasonate siano chiuse. Si può cominciare la serata nei bar del porto; in zona c’è anche il Lolas Club, aperto tutti i fine settimana. Non lontano, nei Pasajes Felipe II, per ascoltare musica afroamericana c’è il Malanga Café. La discoteca Keeper apre gratuitamente i battenti tutti i fine settimana, mentre al Lìo ogni notte è una festa.
Recarsi presso l’insediamento fenicio di Sa Caleta
L’insediamento fenicio di Sa Caleta si trova su un promontorio roccioso a circa 10 chilometri a ovest della città di Ibiza. I Fenici vi si stabilirono intorno al 650 a.C. costruendo edifici in pietra. In questo sito gli archeologi hanno portato alla luce resti di edifici, che sono importantissime testimonianze dell’urbanizzazione e della vita sociale nelle colonie fenicie del Mediterraneo occidentale, oltre che piccole strade e una piazzetta. La costruzione principale sarebbe stata realizzata in pietra e mattoni crudi con tetto piano in argilla sostenuto da travi di legno. Il sito sarebbe dovuto essere più grande, ma molti degli edifici sono andati perduti a causa dell’erosione costiera.