Secondo molti l'isola più bella dell'Egeo, Santorini merita sicuramente di essere vista almeno una volta nella vita. Quello che colpisce maggiormente è l'equilibrio virtuoso venutosi a creare tra la modernità turistica e lo stile di vita dei suoi abitanti.
Un compromesso non scontato che negli anni ha consentito a Santorini di ritagliarsi uno spazio autonomo nell'immaginario turistico della Grecia. Un immaginario decisamente romantico, dove le giornate trascorrono tra un bagno a mare (o in piscina), la vista di un tramonto, un'escursione e una cena (o un pranzo) in uno dei tanti locali tipici di Fira, Oia e gli altri centri abitati sparsi per l'isola.
Il compromesso tra modernità e antichità passa anche per la possibilità di alternare una giornata all'insegna dello shopping in giro per le boutiques esclusive dell'isola e una visita al sito archeologico di Akrotiri, secondo per importanza solo all'isola di Delo (con riferimento all'Egeo).
Menzione speciale anche per l'architettura e l'agricoltura. Pure in questi ambiti, infatti, Santorini in parte rifugge gli stereotipi generalmente associati alla Grecia. L'architettura è del tutto simile a quella di Mykonos: case bianche, tetti a cupola blu, superfetazioni, chiese, vicoli, saliscendi, con la differenza, però, che qui lo sviluppo verticale di parte del territorio, dal mare al bordo della caldera (Santorini è un'isola vulcanica), restituisce un colpo d'occhio davvero unico.
Quanto all'agricoltura, a Santorini non c'è traccia di ulivi. La coltura principe dell'isola è la vite (il vitigno si chiama Assyrtiko). Il vino di Santorini si chiama VinSanto ma, nome a parte, non c'è alcuna analogia col più famoso vino toscano. Nel caso di Santorini il nome semplicemente richiama la località.