Nella millenaria storia di Pirano ci sono tre cesure importanti che aiutano a comprendere l'evoluzione del territorio: la fine della secolare dominazione veneziana protrattasi dal XIII al XVIII secolo; l'esodo, nel 1954, della popolazione italiana; l'indipendenza della Slovenia nel 1991, prima tra le repubbliche popolari dell'ex Jugoslavia a chiamarsi fuori dalla federazione costruita dal maresciallo Tito.
Tre macro-eventi che, tra fratture e continuità, spiegano il singolare mix di cultura italiana e slava che caratterizza il vivere civile di questa città, e più in generale di tutta la costa istriana, anche quella di pertinenza croata.
Non è un caso, perciò, che a Pirano si continui a parlare italiano, nonostante la popolazione italiana assommi ormai a qualche centinaio di unità; e non è un caso nemmeno che l'urbanistica e l'architettura del centro storico conservino numerose tracce dell'influenza veneziana, che tanto in profondità ha plasmato usi e costumi locali. L'indipendenza, invece, ha consentito il recupero di tradizioni messe in sordina durante l'esperienza socialista: in primis, il culto di San Giorgio, patrono della città.
Venendo all'attualità, il turismo è la principale risorsa, anche se la vocazione marinara e l'attività estrattiva del sale continuano a generare reddito. Dunque, il volto contemporaneo di Pirano è quello di una località prettamente estiva, facilmente raggiungibile sia da terra che da mare. In quest'ultimo caso, i collegamenti marittimi da Trieste hanno ulteriormente aumentato il numero di visitatori con ritorni positivi per l'economia locale.
Menzione particolare per Portorose (Portorož, in sloveno). Questa frazione di Pirano, infatti, è famosa sia per la presenza dell'Aeroporto che del Grand Casinò. Un aspetto, quest'ultimo, che ha consentito di destagionalizzare parzialmente i flussi turistici, rendendo la città attraente anche in bassa stagione.