Così come la maggior parte delle città che affacciano sul mare, anche Palermo ha basato - e continua a basare - le proprie fortune sul fatto di essere da secoli uno dei più importanti porti del Mediterraneo. Ogni giorno, infatti, lo scalo palermitano deve far fronte ad un ingente traffico navale.
Nonostante le oggettive difficoltà derivanti dalla gestione di un flusso turistico-commerciale continuo e di considerevoli proporzioni, bisogna dare atto che Palermo dimostra di non accusare il colpo e, anzi, di essere all’avanguardia sotto molteplici profili. Merito anche del porto di Termini Imerese (distante ca. 40 km) che assorbe parte del traffico passeggeri proveniente da Napoli e Civitavecchia.
La strategicità del suo porto, d’altronde, era nota fin dai tempi dei Fenici. Anche i successivi popoli (romani, arabi e normanni) ne sfruttarono la posizione nel Mediterraneo, facendone il fulcro dei propri scambi commerciali.
Occorre sottolineare che le popolazioni che dominarono Palermo – e in generale la Sicilia – la resero grande anche dal punto di vista culturale e artistico: la città, infatti, vanta ben sette patrimoni dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO (il palazzo dei Normanni con la Cappella Palatina, la Cattedrale, la Chiesa della Martorana, quella di San Giovanni degli Eremiti, quella di San Cataldo, il palazzo della Zisa e il Ponte dell’Ammiraglio). Se ciò non bastasse, Palermo è stata anche sede della prestigiosissima Scuola siciliana, nata presso la corte di Federico II di Svevia.
Esiste però anche un’altra tipologia di cultura che ha decretato la grandezza della Sicilia. Il riferimento è alla grande tradizione enogastronomica palermitana: sulla tavola trionfano la pasta con le sarde, gli anelletti al forno, la caponata e l’arancina (da declinare rigorosamente al femminile!). Tra i dolci, non possono mai mancare la cassata, la frutta di Martorana e, dulcis in fundo, il prelibatissimo cannolo.
Stai organizzando il tuo viaggio a Palermo? Scopri quali sono le 12 cose da fare e vedere a Palermo!